martedì 27 novembre 2007

Conati di Libertà


Immagine tratta da: http://www.davincionline.it/images/urlo.jpg


L’articolo 21 della Costituzione stabilisce quanto segue:

«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
[...] Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume»

Se consideriamo che la Costituzione pone, come unico limite alla libertà d’espressione di ogni individuo, la morale comune, allora bisogna ammettere che in Italia siamo davvero avanti! E’ un dato inconfutabile che la proliferazione di “sederi & seni” (in tv e non solo) è sempre più irrefrenabile. Sintomi ineccepibili di una grande apertura al pluralismo sono la quantità di reti televisive ad emissione nazionale (ben 8, pochi altri paesi al mondo possono vantare cotanta pluralità di punti di vista) o la fiumana di opinionisti, sondagisti, massmediologi e/o presenzialisti

che ogni giorno ci vomitano addosso carrellate di parole.

A proposito, come dimenticare la “storica” lite fra Sgarbi e la Mussolini. Ha fornito materiale per tutti quei telegiornali che ci tengono a tenere informato il proprio telespettatore sul dibattito culturale in corso in Italia: “Fascista: un’offesa o una categoria politico-culturale?”.

Autorevoli organi d’informazione, come l’imprescindibile “Studio Aperto”, ci propongono quotidianamente vagonate di servizi di una quarantina di secondi, invariabilmente sul Libano, o sulla velina sospettata d’avere una liaçon con quel “conosciutissimo” calciatore, o su quel povero cane randagio che non ha ancora trovato dei genitori adottivi, o ancora sulla quella vecchia megera di Prodi che ci ruba i soldi inventandosi sempre nuove tasse (quando c’era Silvio si stava tutti meglio e si era tutti più ricchi).

E come non porre in evidenza la lotta accanita fra le menti creative delle varie reti per proporre un format sempre migliore e adeguato alle esigenze del pubblico? Abnormi quesiti amletici: meglio il reality stile “Grande Fratello” o stile “L’Isola dei famosi”?

Sappiate che in un tutto questo trantran di veline, calciatori, sconosciuti celeberrimi, pietismi da due soldi e chi più ne ha più ne metta, passa inosservato ciò che veramente succede intorno a noi.

Passa inosservato il fatto che i talebani stiano riprendendo piede in Afghanistan e che uno degli ex generali dell’armata rossa ha dichiarato, qualche tempo fa, che gli alleati stanno facendo lo stesso errore che fecero i russi tempo prima, ovvero rimanere là. Occupare quel paese è il miglior aiuto possibile alla propaganda talebana.

Passa inosservata una tecnologia sviluppata dalla Magneti-Marelli che permette alle automobili di viaggiare con motori che sfruttano l’alcol prodotto dalla canna da zucchero. Il tutto con un impatto sull’ambiente pari a zero. Tecnologia tutt’altro che in fase sperimentale, dato che è già in uso in Brasile da un po’. Unico problemino: la comunità internazionale ha posto dei dazi così alti sul suddetto carburante col risultato che non è più competitivo nei confronti del petrolio (cfr. puntata del 13/11/2005 di Report, Rai Tre).

Passa ancora inosservato il “work in progress” intorno all’istituzionalizzazione dell’idea di Padania. Ebbene, dopo le Pontide varie, le invettive xenofobiche e la strana alleanza, ovvero Lega Nord e Movimento per l’autonomia (movimento siciliano che chiede un’autonomia per una regione a statuto speciale, e quindi già dotata di una grande autonomia), l’ultima fase della campagna per la liberazione della Padania passa per una tecnica più “silenziosa”, ma molto più efficace: sdoganare la sua immagine. Abbandonare, o moderare, l’immagine del guerriero celtico (una “celticità” matrimoniale più che storica, visto che la massima ambizione padana è quella di farsi sposare da Panoramix, come ci insegnano l’ex-ministro Calderoli e il collega Giovanardi) che libera la Padania a colpi di “ce l’ho duro”, per cominciare a proporre la Padania come un dato di fatto. Una realtà da sempre esistita (strano che Mazzini e i partigiani non si siano mai accorti di questo stato nello stato) e per questo legittimata a proseguire la propria esistenza. Si sprecano quindi gli elenchi di valori padani che fuoriescono dall’aura provinciale del movimento autonomista per farsi spazio nella vita nazionale. Ad esempio, Miss Padania ha partecipato ad un reality senza che nessuno si stupisse dell’esistenza di una miss di uno stato fittizio. Queste possono essere ritenute sciocchezze, ma, in quanto fenomeni considerati inoffensivi, gli ultimi proliferano liberamente trasformandosi in realtà accettata (passivamente, ma pur sempre accettata). Infatti, scrivendo questo articolo, ho inconsciamente disseminato “Padanie” con la p maiuscola; “privilegio” riservato solo agli stati non fittizi. Ora mi toccherà riscrivere tutto l’articolo.

Siamo liberi di ridere e piangere di fronte a schermi ipnotizzanti, di accettare le idee dei dissidenti purché siano nel coro; liberi di non dire niente di nuovo e di prolungare all’infinito il faccia a faccia con i problemi reali. Buongiorno, che bel tempo che fa, Oscar Wilde è un arguto: temi delle discussioni universitarie di vaneggianti studenti in preda a crisi di libertà.

Salvo Di Rosa

1 commento:

moticanus ha detto...

Possiamo tranquillamente affermare che l'instupidimento collettivo cui è sottoposto il popolo italiano è arrivato ad un livello avanzato.

Io confido nelle nuovo generazioni (tipo la nostra!!) che riesce, più delle precedenti, a spegnere quello scatolone chiamato tv e a far altro, anche a discutere e a commentare fatti di vita quotidiana in ogni momento della giornata. Non è poco!!!

Ciao!

- Moticanus
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