martedì 11 dicembre 2007

Senza parole...


Immagine tratta da: http://qn.quotidiano.net/2007/12/07/50903/images/67797-torino.JPG


Roma - Sono 1.376 le persone che in Italia muoiono ogni anno per infortuni sul lavoro. Questa la triste cifra che risalta dall'indagine Eurispes sugli infortuni e sulla mortalità nel mondo del lavoro in Italia. Cifra che è, afferma l'Eurispes, “peggio della guerra” e che mette in risalto “l'inefficacia dei provvedimenti legislativi a tutela dei lavoratori”. E, per marcare la portata del fenomeno, l'istituto confronta le morti bianche con quelle dei 'bollettini di guerra': dall'inizio della seconda guerra del golfo nell'aprile del 2003 all'aprile 2007, i militari della coalizione che hanno perso la vita durante le operazioni belliche sono stati 3.520, mentre i morti sul lavoro in Italia dal 2003 all'ottobre del 2006 sono stati 5.252.


(Fonte: http://www.adnkronos.com/IGN/Altro/?id=1.0.1321286625)

Lasciamo da parte le lacrime facili che si asciugheranno, altrettanto facilmente, domani...
Meditiamo, piuttosto, sulla portata di queste cifre. Soprattutto rendiamoci conto che, nella maggior parte dei casi, dietro ogni cifra c'è un essere umano appartenente ad una famiglia monoreddito...
Esplicito il concetto: i tre operai morti nell'acciaieria di Torino, ad esempio, erano gli unici percettori di reddito all'interno della loro famiglia.
Ergo: una vita viene spezzata e una famiglia è sull'orlo del baratro.
Tengo a sottolineare che chi sceglie di andare in missione in Iraq è consapevole dei rischi che si assume e, proprio a causa degli ingenti rischi, gli viene corrisposto un salario adeguato.
Allora, forse, dovremmo comunicare ai nostri imprenditori che d'ora in poi dovranno scegliere fra concedere ai loro operai salari mensili a cinque cifre o innalzare vigorosamente la soglia di sicurezza nei luoghi di lavoro... potrebbe essere una soluzione...
Il sindacalista Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic, propone di punire col carcere i responsabili delle "stragi sul lavoro"... altra soluzione plausibile...
Concludo con la speranza che non venga fissato nessun giorno della memoria per questi morti, visto che l'otto marzo dovrebbe, ipoteticamente, essere il giorno della commemorazione di donne morte in una fabbrica... e oggi le commemoriamo con vagonate di mimose e spogliarelli maschili...


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3 commenti:

Moticanus ha detto...

In Italia poche cose vanno come dovrebbero. Ma fin quando c'è un problema di illuminazione nella via x o un ritardo nei pagamenti si può anche sopportare. Quando, però, una omissione porta alla morte di una persona con tutto quel che ne comporta...beh questo non è proprio accettabile!


- Moticanus
- LaProvDiRagusaInBlog
- 0932Blog.it

Salvo & Bruna ha detto...

Moticanus, intanto ti ringrazio per l'assidua presenza sul nostro blog.
Il tuo interesse nel leggere costantemente i nuovi post pubblicati ci fa molto piacere...
Tornando all'argomento del post...beh, che dire, siamo in Italia... la repubblica delle banane, come la chiama qualcuno.
L'unica arma a nostra disposizione è l'indignazione, purtroppo...

Anonimo ha detto...

Già...... in questo paese "Italia" accadono cose che non riesco a spiegarmi.
Complimenti per il blog