domenica 18 novembre 2007

Supposte di Tunisia


Tratta da: www.sarong.it/images/supposte-gialle.jpg


Agosto: frotte di turisti in pantaloncini partono dagli aeroporti siciliani per una folle settimana tunisina.
Accompagnati per mano da esperte guide turistiche, incitati dolcemente dai compagni di viaggio, fantasticando sulla Tunisia dei loro sogni, si approssimano ad intraprendere un viaggio tra le due sponde del Mediterraneo.
Scenderanno dall'aereo, dopo aver affrontato un volo di ben cinquanta minuti e saranno trasferiti in un pullman climatizzato comprensivo di tunisino che li condurrà in un favoloso villaggio vacanze, molto, moltissimo tunisino. Così inizia l'avventura.
Dolci mosaici, gigantesche piscine e cibo occidentale (ma rivisitato secondo la migliore tradizione tunisina) cucinato da tunisini in carne ed ossa.
Nel villaggio spaziale li aspetta animazione, tornei, lezioni di ballo, cabaret, commedie, spettacoli serali, tiro con l'arco, ping pong, bocce, corsi di danza, lezioni di circo, il tutto “nel rispetto della privacy” cosa chiedere di più?
I primi giorni sono ostici, l'ostacolo linguistico separa il buon siciliano da quei pochi, sfortunati, tunisini che non parlano la sua lingua, grazie al cielo, con lui ci sono tanti compatrioti con i quali discutere del più e del meno, del lavoro e di Dio.
Dopo qualche giorno però le difficoltà si annullano e tra un sorriso e l'altro magicamente si comincia a comunicare con la popolazione locale in un francese improbabile.
Allora il vacanziere assetato di curiosità da il meglio se: «ma perché le vostre donne portano il velo, perché siete tutti così nervosi, perché ci guardate strano e corteggiate le nostre ragazze?».
Il povero siciliano è convinto di aver usato il giusto tatto nel rivolgere queste domande ma è allora che succede una cosa inaspettata: quei tunisini che cominciavano appena a sorridergli si incavolano e smettono di essere gentili.
D'altronde, pensa allora il turista con grande cognizione di causa, non è colpa loro, la civilizzazione vera, quella portata dai francesi (loro sì che sono raffinati), hanno avuto tutto il tempo di dimenticarsela!
Qualche turista si avventura al di fuori del villaggio vacanze (d'altronde dobbiamo goderci questa famosa Tunisia) e va al suq, luogo d'incontro per eccellenza.
Incrocia italiani a bizzeffe, ed è felice, a maggior ragione se la regione di provenienza è la stessa, quasi non vedesse i connazionali da una vita. Qualcuno, incontrando un'altra frotta di italiani, azzarda anche un simpatico «paisà»!
Ed è proprio al mercato che si riscopre l'italiano benestante ma genuino, il furbo ma modesto, il ricco ma generoso, il genere di turista che ha scelto una bella crociera per sé e la famiglia.
Arriva al suq sul solito pullman climatizzato, si fa guidare fiducioso da una guida turistica che ne sa una più del diavolo, e si trascina sudato e numerato, con simpatici cartoncini fluorescenti, tra le bancarelle e i bazar pieni di vere “cose tunisine”. La guida cammina e lui la segue, la guida si ferma e lui si arresta e, senza sapere esattamente come, finisce per entrare in un bel negozio di tappeti dove ad attenderlo, ai posti di combattimento, c'è un venditore abilissimo che parla sei o sette lingue (giapponese compreso) che ha passato la notte precedente a provare e riprovare le battute per stimolare lo humour dell'incosciente italiano.
Prima di comprare un tappeto, l'italiano in crociera contratta con tenacia, impiegando in questa complessa operazione anche più di una delle sue otto ore a disposizione (durante le quali si suppone possa almeno respirare un po' d'aria tunisina). Poi molla la presa e accetta il prezzo del venditore non appena pensa di non essere stato troppo spennato.
L'italiano del villaggio vacanze, avendo più tempo a disposizione per gli acquisti, ci impiega una vita per trovare il giusto souvenir che testimoni il suo passaggio in Tunisia. Compra tutto quello che di vagamente tunisino ci sia per qualunque amico, parente o conoscente che glielo abbia richiesto.
La sera gli intrepidi amanti della Tunisia “by night” si lanciano in discoteche intrise di spirito tunisino o si avventurano alla ricerca di localini dove avvenenti donne ballano la danza del ventre (che si scopre stranamente essere una tradizione esotica persino per gli stessi tunisini).Malgrado non sia sempre possibile trovare ciò che si cerca ad alcuni turisti questa vacanza piscina e tradizione tunisina sta cominciando a piacere da matti. Il passo è fatto; ora è il momento di portare un po' di folclore italiano all'estero. E allora in pullman si intonano con fierezza cori di simpatiche canzoncine tralalallaru, naturalmente italiane, meglio se intrise di spirito popolare.
A qualcuno, sfrecciando per le strade in pullman durante le uscite serali, è parso di vedere ripetutamente, senza ben capire chi fosse, un omaccione sorridente con le mani unite in segno di vittoria. L'italiano in flash-vacanza è un tipo curioso e si chiede chi sia; lo domanderà alla guida che prontamente sfornerà una risposta chiudi bocca che soddisferà appieno il turista assetato di flash-conoscenza.
Nel caso, però, il flash-turista sia davvero un osso duro, un essere con serie aspirazioni di conoscenza, potrà rivolgersi all'immancabile esperto dei villaggi vacanze, il supremo intenditore che almeno due, ma anche tre o quattro volte sia già venuto in Tunisia, in qualche altro villaggio spaziale.
Il supremo intenditore ti guida in qualunque cosa tu faccia, da come immergerti in piscina a come scegliere il locale migliore per mangiare una buona cena“alla tunisina”. Seguendo il consiglio l'impavido turista si recherà in un ristorantino chic e trangugerà “cibo tipico” e fiero del suo coraggio e commenterà ripetutamente: “hanno una cucina diversa questi tunisini!”. L’analisi della natura di tale diversità la cedo volentieri al sagace lettore.
La stessa sera il buon siciliano, camminando per le vie semi illuminate, per caso, incontrerà un fratello occidentale “un po' strano”, che inizierà a parlargli di turismo responsabile. Ma di che diavoleria sta parlando?
Non è sufficiente che il buon italiano si rechi nell' “africana Tunisia” a far girare il LORO commercio ma qualcuno viene anche a redarguirlo, tze! L' italiano non si sente affatto superficiale, anzi è indignato, si sente offeso nel profondo da tali maldicenze.
Ancora adirato ritorna in Sicilia e all'aeroporto taglia la fila che si è immancabilmente creata per uscire passando davanti a tutti gli altri turisti. Quando qualcuno lo redarguisce lui risponde prontamente: “e poi ci lamentiamo dei tunisini”!
Ma bisogna scusarlo il nostro turista, lui ha uno scopo da perseguire, non c'è tempo da perdere. Ritornato in patria, dopo un'immancabile settimana al mare, assolutamente necessaria per riprendersi dalle fatiche del viaggio si mette a lavoro e progetta un bel villaggio vacanze tunisino da costruire nella sua bella Sicilia. Idea geniale!
Caro flash-turista siciliano, da quest'anno risparmierai tempo e denaro, ad un'ora di macchina c'è la Tunisia dei tuoi sogni e tanti, tantissimi tunisini educati con un cappellino rosso fiammante in testa che risponderanno a tutte le domande che gli sottoporrai. Abbiamo il sole, il mare e una stanza orientaleggiante e prossimamente in arrivo massicce sorte di dromedari di peluche!


Un ringraziamento speciale va a tutti gli amici tunisini, conosciuti nel corso del mio ultimo viaggio, in special modo ad Anis, Ines, Hamichou, Zizou, il Sig. Fatih, Mariam, Amjid e Saida, che mi hanno svelato aspetti altrimenti a me incomprensibili della loro cultura.


Bruna Scuderi



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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Bruna, sei proprio brava... perchè non racconti anche "in voce" su www.rekstory.com?
Poi puoi inserire i tuoi racconti anche sul tuo blog. E' tutto gratis.
Io sono della redazione, mi chiamo Enrica e se vuoi chiarimenti puoi scrivermi redazione@rekstory.com

Anonimo ha detto...

Ciao Enrica, grazie per la proposta, ho dato un'occhiata al vostro progetto e mi sembra molto interessente!! Ti contatterò..
Bruna