martedì 8 gennaio 2008

Superman, eroe borghese


Immagine tratta da: http://comicsmedia.ign.com/comics/image/article/696/696201/superman-returns-20060315055226497-000.jpg


“Da un grande potere derivano grandi responsabilità”

Zio Ben Parker, Spiderman

Superman è uno dei super-eroi più conosciuti della storia dei fumetti, infatti si annoveranno innumerovoli “cugini” cinematografici e televisivi.
Il fumetto nacque dalla matita e dalla fantasia di Jerry Siegel e Joe Shuster nel 1938 e fu pubblicato dalla DC Comics. “Un uomo in grado di sollevare un'auto, con un costume blu addosso ed un mantello rosso sulle spalle, contornato da un gruppo di passanti impauriti: è questa la prima immagine di Superman, quella con cui fa il suo esordio nelle edicole statunitensi.
Il personaggio, però, anche per scelta dei suoi stessi autori, non è un Superuomo in senso nietzscheano, ma incarna più il mito emersoniano di un uomo rappresentativo delle nostre smanie di potenza, un uomo dotato di superpoteri, che mette al servizio della collettività” (cfr. Wikpedia).
Il nostro super-eroe esordisce in Italia sugli “Albi dell'audacia” il 2 luglio 1939 come “Ciclone, l'Uomo d'acciaio” e, in seguito a varie peripezie editoriali e onomastiche, a partire dall'agosto 2006 la “De Agostini” ha distribuito una nuova testata settimanale chiamata “Le avventure di Superman”.
Parecchie sono state anche le riduzioni cinematografiche, fra le quali citeremo “Superman”, “Superman II”, “Superman III”, “Superman IV” e “Superman Returns”. Ma ciò che sarà oggetto della nostra analisi, sarà la recente serie televisiva “Smallville”.
L'interesse per questa serie televisiva viene dal suo carattere meticcio di incrocio fra il sempreverde appeal della figura di Superman e una vena di “approfondimento sentimental-psicologico” (anche se questo “aggettivo composito” connesso a questa serie sembra quasi un ossimoro) che ricorda un po' tutte le serie sentimentali per adolescenti dell'ultimo decennio (Dawson's Creek o The O.C., giusto per citarne un paio).
Infatti, “Smallville” racconta le avventure di Clark Kent, adolescente alle prese con la scoperta dei suoi superpoteri, del suo retaggio kryptoniano e delle relazioni “sessual-sentimentali”.
In questa mia analisi, mi avventurerò in lettura quasi psicanalitica dell'universo “Clark Kent-adolescente”. Il nostro eroe, che già dal nome mi ricorda la professione borghese per eccellenza (“Clerk” in inglese vuol dire impiegato), mostra tutte le frustrazioni e le nevrosi tipiche del suo status esistenziale di impiegato.
Mi spiego, il protagonista è perennemente turbato dalle sue pulsioni, che lo spingono a ricercare un appagamento egoistico dei suoi bisogni (ovvero una relazione sentimentale e sessuale con Lana Lang, la ragazza che ha sempre amato). Egli è dissuaso dall'appagare questi suoi desideri dalla consapevolezza (venutagli dalla infinita serie di disgrazie occorse alla sua amata a causa sua) di mettere a repentaglio la vita stessa dell'oggetto delle sue pulsioni. Sintomatico di questo pericolo è lo strano avvenimento che accompagnerà il manifestarsi dei primi ardori sessuali. Infatti, non appena Clark Kent proverà per la prima volta una pulsione sessuale (in seguito ad un abbraccio con Lana), una fiammata sgorgherà dai suoi occhi, rischiando di incendiare il fienile annesso alla casa natale. Questo avvenimento sarà monito della pericolosità della sessualità, che va controllata e domata come il fuoco, appunto.
Ma i suoi desideri non sono circoscritti esclusivamente alla possibilità di iniziare una relazione con Lana, Clark desidererà spesso vivere la propria vita in modo più spensierato, libero dai suoi vincolanti superpoteri. A questo punto il parallelismo superpoteri-obblighi sociali è doveroso. Il nostro eroe borghese è oppresso da tutti quei vincoli sociali che non gli permettono di dare libero sfogo alle sue pulsioni. In una puntata della serie, indosserà un anello con incastonata una pietra di kryptonite rossa. Le radiazioni di questa pietra lo libereranno da tutte le sue inibizioni. Clark lascerà Smallville (sua città natale e “prigione”) alla volta di Metropolis (grande città nei pressi del suo “borgo natio”) e qui, in sella ad una moto (vera e propria icona della ribellione alle costrizioni sociali e di libertà), si darà alle rapine (soldi guadagnati senza “dover pagare pegno” attraverso il frustrante lavoro impiegatizio) e ad altri piaceri, sempre negatigli dalla sua “prigione natale”.
Ritornerà a Smallville solo quando l'anello non sarà più al suo dito e sarà, quindi, rinsavito; cioè quando il senso di colpa, dovuto all'appagamento delle proprie pulsioni più profonde, avrà la meglio. Ritornato alla sua condizione di partenza, tutti scuseranno i suoi atti, poiché compiuti da un alter-ego. Qui è palese la frattura schizofrenica presente nel nostro personaggio, che non identifica come sue delle azioni troppo “aliene” alla propria etica del lavoro e del buon senso (compiute da un vero e proprio Mr. Hyde celato nei meandri del suo inconscio).
Altra figura fondamentale dell'universo psicologico di Clark sono i genitori, Jonathan e Martha Kent. I suddetti personaggi sono il vero e proprio “Super-io” del nostro eroe. Come nella migliore tradizione della “famiglia del Mulino Bianco”, il padre gli inculcherà la “disciplina del buonsenso” e la madre sarà la sua confidente più fidata (accordando all'essere maschile il primato sul pragmatismo e il “mestiere di vivere”, e alla madre il primato sulla sfera emotiva). Altra interessante peculiarità dei suddetti genitori sarà il loro status di genitori adottivi.
Quasi come se tutti i genitori del mondo fossero in realtà adottivi, e i nostri “genitori naturali” fossero in realtà le nostre “nature” che ci portano a seguire i nostri desideri, socialmente autodistruttivi se non stemperati dall'ammaestramento dei nostri “genitori adottivi/Super-io”.
In effetti, il padre naturale del nostro eroe è un certo Jor-El (abitante del pianeta Krypton che invia il proprio figlio sulla Terra prima che il suo pianeta natale esplodesse). Jor-El chiamerà (con una voce fuori campo e profonda, vera e propria voce che arriva dall'inconscio del nostro protagonista) Kal-El, nome kryptoniano di Clark Kent (l'assegnazione di un nome diverso è qui come la materializzazione di una personalità indipendente del nostro protagonista), a compiere la propria missione: conquistare la Terra.
Questa è la svolta che metterà in crisi il nostro protagonista, che si troverà in bilico fra un Clark Kent destinato ad essere un “grigio giornalistinculo” e un Kal-El votato ad una affermazione egoistica e violenta del proprio Io.

Salvo Di Rosa


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